Clinton nella bufera: il punto del nostro corrispondente a Washington

  • 8 anni fa
Negli Stati Uniti le nuove mail rinfocolano una vecchia polemica segnando un colpo di scena nella campagna elettorale, giunta alla sua ultima settimana. Ne parliamo con il nostro corrispondente a Washington Stefan Grobe.

Mark Davis: Chi accusa chi di cosa in questa storia?

Stefan Grobe: “Non c‘è nessuno che abbia più paura della campagna di Hillary Clinton, perché questo può potenzialmente far deragliare la sua candidatura. Dico ‘potenzialmente’, perché non sappiamo cosa c‘è all’interno di queste email e potremmo non saperlo prima del giorno delle elezioni”.

Mark Davis: Come risponde Hillary Clinton alle ultime rivelazioni del FBI?

Stefan Grobe: “La campagna di Clinton ha reagito in modo aggressivo dopo le rivelazioni del direttore dell’Fbi James Comey. Allo stesso tempo mostrano di avere fiducia lavorando dietro le quinte per galvanizzare i loro sostenitori. Il messaggio è questo: tutto è sotto controllo, niente panico, abbiamo la vittoria a portata di mano. Gli ultimi sondaggi effettuati dopo l’annuncio dell’FBI non forniscono un quadro chiaro. La gara è serrata, con la Clinton ancora in testa ma un terzo degli elettori ha detto che il problema delle e-mail li ha resi meno propensi a votare per lei. È necessario capire che la maggior parte di questa percentuale è composta da elettori repubblicani o indipendenti, soprattutto repubblicani, è troppo presto per dire se questo avrà un impatto”.

Mark Davis: C‘è stato molto fango gettato in questa campagna, molti colpi bassi. Come il vede pubblico questa campagna elettorale 2016?

Stefan Grobe: “La gente ne ha semplicemente abbastanza. Un sondaggio diffuso nel fine settimana dice che il 71% degli elettori vorrebbe che le elezione si svolgessero ora. Sono stufi di tutto questo. Le persone dicono di essere scontente di entrambi i candidati. Commentano: “Se questo è quello che l’America ha da offrire, siamo nei guai.”

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