CN24 | Blitz della polizia. Eseguiti 5 fermi ad affiliati alla cosca Tegano
  • 13 anni fa
Martedì 28 Settembre 2010 | In questa edizione di Report24: http://www.cn24.tv Blitz della polizia. Eseguiti 5 fermi ad affiliati alla cosca Tegano Le mani della 'ndrangheta sulle pulizie dei treni a Roma e Bari Cinque persone sono state fermate questa mattina dalla squadra mobile di Reggio Calabria nell'ambito di un'operazione contro il clan Tegano, considerato egemone nella zona nord della città dello Stretto. Tra i fermati c'è anche Michele Crudo, 33 anni, genero del boss Giovanni Tegano, 'primula rossa', arrestato nell'aprile scorso dopo 23 anni di latitanza. Le persone sottoposte a fermo sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni. La cosca, secondo quanto emerso, aveva imposto ad un'impresa impegnata nella pulizia dei treni il pizzo di 20 mila euro al mese. Oltre ai fermi, disposti dalla DDA reggina, altre sette persone risultano indagate e tra queste lo stesso Tegano. Crudo e Moio - come ha spiegato il procuratore Giuseppe Pignatone in conferenza stampa- rivestono in seno alla 'ndrina Tegano ruoli di primissimo piano "che ne permettono la collocazione nella struttura decisionale di vertice di una della più potenti cosche della 'ndrangheta calabrese". Durante l'attività di polizia tesa alla cattura di Giovanni Tegano, gli uomini della Mobile reggina hanno scoperto che la consorteria del rione Archi di Reggio Calabria, incassava venti mila euro mensili dalla società cooperativa "New Labor", associata al consorzio "Kalos", con sede legale nel milanese, incaricato dalla società Trenitalia Spa (soggetto appaltante) della pulizia dei convogli ferroviari e della gestione della Platea di lavaggio della stazione di Reggio Calabria Centrale. La stessa cosca Tegano non solo riceveva mensilmente il pizzo, ma controllava le assunzioni, i licenziamenti, la cassa integrazione. Tra le maestranze figuravano anche alcuni soggetti ritenuti vicini alla potente consorteria. L'operazione, denominata in codice "Agatos", avrebbe fatto emergere analoghe estorsioni subite dal consorzio impegnato nella pulizia dei treni a Roma e Bari. Nel corso delle indagini, per ben due volte, sull'auto di uno degli indagati, sono stati trovati i soldi frutto dell'estorsione. 
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