Napoli - Fortunato Cerlino: "Potevo far fuori la Merkel, ma non l’ho fatto" (23.06.15)

  • 9 anni fa
http://www.pupia.tv - Napoli - “Analizzare senza giudizi il tempo della crisi”, si legge nelle note di regia, e provare a farlo – aggiungiamo noi – raccontando la storia di quattro personaggi estremizzati nelle loro paranoie e problematiche con l’intento di rappresentare uno spaccato verosimile di realtà in cui mancanza di certezze, bisogno di valide alternative, apatia, volontà di perseguire i propri sogni si alternano e susseguono in ordine sparso facendola da padrone.

Questo in estrema sintesi il perimetro al cui interno si va a sviluppare la storia scritta da Fortunato Cerlino, anche regista insieme a Marcello Cotugno di Potevo far fuori la Merkel, ma non l’ho fatto, in scena dal 22 al 24 giugno nella Piazza d’Armi di Castel Sant’Elmo per il Napoli Teatro Festival 2015.

Ambientata all’interno di una scenografia (realizzata da Maria Teresa Padula, anche autrice dei costumi) in cui labili sono i confini tra interno ed esterno, tra ciò che accade tra le mura delle due rispettive coppie (marito, moglie, vicino di casa e amica) le cui vite reciprocamente si intrecciano e il mondo di fuori, la messinscena si abbandona a dei cliché, fortemente radicati nell’immaginario di tutti, per costruire il mondo interiore dei protagonisti e il malessere che li anima, fonte di frustrazione, disagio e inadeguatezza.

Ecco, così, che ritroviamo una madre depressa di tre figli problematici, Gloria (Claudia Potenza), non in grado di sentirsi all’altezza di crescerli a tal punto da immaginare l’uccisione di uno; una giovane donna in cerca di primo lavoro, Yvonne (Roberta Spagnuolo), che sogna di approdare in Germania, così come un tempo si sognava l’America, per realizzarsi; un padre psicanalista per lo più assente, piacione e tronfio, Michele (Cesare Bocci), che presume di poter curare gli altri quando in realtà non è in grado di aiutare neppure se stesso; uno scansafatiche mantenuto dalla madre, Modesto (Francesco Montanari), che trascorre il suo tempo tra droghe di vario genere e film porno le cui immagini ripetutamente fanno da sfondo alla scena, insieme a quelle di colui che considera il suo mito-guru, Steve Jobs, alle prese con il celebre discorso all’Università di Stanford. (23.06.15)

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