Ruoppolo Teleacras - Operazione San Calogero

  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) dell' 11 luglio del 2005, giorno dell'operazione anti mafia San Calogero.
Ecco il testo:
Quando il 13 agosto del 2003 a Favara hanno ucciso Carmelo Milioti il giorno dopo la Squadra mobile di Agrigento ha intercettato una conversazione. Ignazio Massimino, 42 anni, di Agrigento, parla con un altro degli indagati e gli dice: '' che peccato, io glielo avevo detto a Carmelo che doveva stare attento''. Poi, poco dopo, quando il 9 ottobre del 2003 a Sant'Angelo Muxaro hanno ucciso Giuseppe Bruno, sempre loro, gli indagati, hanno commentato: ''qui' piove, piove troppo, c'e' maltempo, bisogna prendere l'ombrello''. La sera del 24 febbraio del 2004, ancora la Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Attilio Brucato e Salvatore Montemagno, intercetta un'altra conversazione. Sono parole di fuoco, nel vero senso della parola. Quattro persone sono dentro un'automobile, pronte a commettere un omicidio. I poliziotti si appostano. L'agguato sfuma perche' a bordo dell'auto puntata non vi e' la vittima designata ma il figlio. La Squadra mobile ferma l'auto e arresta Giuseppe Sicilia, 26 anni, di Favara, sorpreso in possesso di una pistola calibro 7 e 65 pronta per sparare e due caricatori. Gli altri tre sono denunciati. Ecco alcuni spaccati dell'inchiesta ''San Calogero'', il nome del blitz, l'indomani della festa di San Calogero ad Agrigento, cosi' come e' gia' successo la domenica del 14 luglio del 2002, quando a Santa Margherita Belice scatto' il blitz ''Cupola''. ''Pagano tutti'' -- afferma il Procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Anna Maria Palma, '' ma pagare non paga'' replica subito il capo della Squadra mobile di Agrigento. Le estorsioni allora: sono soprattutto quattro gli obiettivi che emergono dall'inchiesta. L'imprenditore di Agrigento, Calogero Sodano, titolare della Soeco, al quale sarebbero stati chiesti 6mila e 800 euro a forfait. Poi ancora Francesco Russo, Maurizio Sferrazza, titolare di una emittente televisiva locale, e poi ancora i proprietari di un chiosco di San Leone, l'Oceano mare, che sarebbero stati avvicinati da uno degli arrestati, Francesco Gastoni, 25 anni, che e' il figlio di Bruno Gastoni, gia' autista di Arturo Messina a Villaseta e poi arrestato il 17 febbraio del 2003 quando scatto' l'operazione Ombra. Lo stesso Francesco Gastoni, come risulta dalle intercettazioni, avrebbe raccontato ai fratelli Massimino l'estorsione al chiosco Oceano mare. Le intercettazioni, allora, alla base dell'inchiesta San Calogero, tante microspie piazzate in due punti strategici: il primo e' il capannone dell' Eurodemolizioni nella zona industriale di Agrigento dove avrebbero gravitato i fratelli Massimino. Il secondo luogo delle intercettazioni e' una casa di Favara dove si progettavano gli attentati incendiari, le ''cose tinte'', come le chiamavano i fratelli Sicilia e Francesco Carduana. Dentro la stessa casa sono state registrate le voci anche di Roberto Travali, ritenuto collegato ai fratelli Virone di Villaseta anche perche' genero di Giuseppe Virone , e di Gregorio Lombardo, lo stesso che la mattina del 28 maggio del 2000 fu sorpreso a Castrofilippo insieme al latitante di Favara, Giuseppe Vetro. E' la nuova famiglia di Cosa nostra agrigentina, arresti tra Agrigento, Favara e Palma di Montechiaro, il ''triangolo delle Bermuda'' della mafia locale. I capi sarebbero i fratelli Ignazio e Antonino Massimino, gia' arrestati e condannati a 4 anni di reclusione ciascuno al processo Akragas, poi di nuovo fuori dal carcere, '' e -- come hanno sottolineato i magistrati della Dda di Palermo -- con maggiore rispetto e riverenza di prima''. Prima le operazioni Akragas, poi il blitz ''Ombra'', adesso la ''San Calogero'', Cosa nostra agrigentina come una metastasi tumorale che nonostante sembri estirpata si rinnova e si rinvigorisce sempre di piu'. Ecco gli arrestati: Antonio Massimino, 37 anni di Agrigento, Ignazio Massimino, 42 anni di Agrigento, Giuseppe Sicilia, 26 anni di Favara, Ignazio Sicilia 30 anni di Favara, Francesco Carduana 22 anni di Favara, Roberto Travali 36 anni di Agrigento, Martino Dino Vitello, 42 anni di Agrigento, Gregorio Lombardo 51 anni di Favara, Andrea Cacciatore 22 anni di Palma di Montechiaro, Francesco Gastoni 25 anni di Agrigento, Salvatore Pedalino 40 anni di Agrigento, e Salvatore Galvano 35 anni di Agrigento. Anna Maria Palma afferma quasi rammaricata: ''noi lavoriamo sempre, 24 ore su 24, il giorno dopo l'operazione Ombra abbiamo riavviato subito le indagini, tante operazioni, brillanti risultati, pero' nulla sembra cambiare, tra le estorsioni, gli attentati e la delinquenza organizzata.