Ruoppolo Teleacras - Messina Denaro, 11 arresti

  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento del 16 dicembre 2011.
Espugnata la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, ritenuta l' ultima roccaforte del ricercato numero 1 della mafia siciliana. 11 arresti dei Carabinieri.
Ecco il testo :
E' come quasi una armata bellica che avanza bellicosa e belligerante, una operazione di guerra, come l'assalto degli insorti libici e della Nato verso Gheddafi, da Bengasi verso Tripoli, fino al ricercato numero 1. E cosi' adesso e' in Sicilia, i blitz Golem 1 e 2, e oggi e' stato sferrato l'attacco alla roccaforte storica del primo latitante di Cosa nostra siciliana, il capo, Matteo Messina Denaro. All' alba i Carabinieri del Ros hanno decapitato la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, bruciando terra preziosa attorno a Diabolik, nome d'arte del boss di Castelvetrano. In manette 11 persone, tra cui il sindaco di Campobello di Mazara, lui, Ciro Carava', in carica dal 2006 e rieletto nel 2011, indagato per associazione mafiosa perche' avrebbe favorito lavori e appalti agli amici degli amici. Il clan di Campobello, nel mandamento di Castelvetrano, sarebbe stato sempre allacciato a Messina Denaro, mantenendo il controllo del territorio e infiltrando progressivamente le attivita' imprenditoriali ed economiche della zona. L'inchiesta, coordinata dal Procuratore Aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Maria Teresa Principato, ha svelato, tra l'altro, la gestione occulta, da parte di Cosa nostra, di societa' e imprese che avrebbero monopolizzato il mercato olivicolo ed altri settori dell'economia. Ed il sindaco, Ciro Carava', sarebbe stato espressione e garanzia politica degli interessi della mafia campobellese. E i carabinieri hanno sequestrato la "Eurofarida" una azienda olivicola, del valore di circa 2 milioni di euro, perche' tra le mani degli arrestati. In manette il presunto capo della famiglia, Leonardo Bonafede, inteso "u zu Nardino", poi, l' imprenditore Filippo Greco, accusato di essere uno dei primi finanziatori e consigliere economico della famiglia. Poi, Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina, presunti bracci operativi del capo Leonardo Bonafede. Poi, Calogero Randazzo, gia' condannato per associazione mafiosa, e Giovanni Buracci. Poi, Gaspare Lipari, che sarebbe stato ambasciatore tra il sindaco Carava' e il capomafia Bonafede. Poi Vito Signorello, anche lui gia' condannato per mafia. Poi, Antonino Moceri e Antonio Tancredi.