Ruoppolo Teleacras - Messina Denaro, bombardamento patrimoniale

  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( https://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538 ) Teleacras Agrigento del 27 settembre 2012.
Bombardamento patrimoniale nell' orbita di Matteo Messina Denaro. Maxi sequestro di beni ad un imprenditore presunto contiguo al boss : 25 milioni di euro.
Ecco il testo :
Tra gli arrestati nell' ambito della maxi inchiesta "Golem" vi e' stato anche lui, il fratello, Salvatore Messina Denaro. Poi, tanti altri presunti fiancheggiatori sono stati ammanettati. Di lui, Matteo Messina Denaro, pero', nessuna traccia, e anche le impronte che avrebbero marciato da Sambuca di Sicilia verso di lui sarebbero state cancellate arrestando il presunto capomafia del paese agrigentino, Leo Sutera. Diabolik, cosi' come e' inteso il boss di Castelvetrano, e' ancora fantasma, tanto che il Procuratore aggiunto, Teresa Principato, che piu' di tutti soffia fiato sul collo del superlatitante, ha ipotizzato che Matteo Messina Denaro sia favorito da protezioni eccellenti. Adesso allora, secondo un metodo piu' che collaudato, si procede ai bombardamenti patrimoniali. Infatti, il Tribunale di Trapani, su proposta del Questore, ha sfornato un provvedimento di sequestro anticipato di beni, per 25 milioni di euro, a carico di Vito Tarantolo, 66 anni, un imprenditore ritenuto contiguo a Matteo Messina Denaro. Nella cartella clinica giudiziaria di Tarantolo vi sono tracce di indagini dagli ultimi anni 80 fino alla cattura di lui ,il boss Vincenzo Virga, capo del mandamento mafioso di Trapani, arrestato il 21 febbraio del 2001. Poi, nel 2007, nel covo di Giardinello di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, sono stati scoperti alcuni pizzini scritti da Matteo Messina Denaro che confermerebbero il ruolo di Vito Tarantolo in numerosi appalti, ad esempio all'aeroporto di Palermo con una societa' fittizia, la CoGeTa, e i suoi collegamenti con Cosa Nostra. E il nome dell' imprenditore e' stato citato anche dai pentiti Vincenzo Sinacori, Francesco Milazzo, Angelo Siino, Calogero Ganci e Tullio Cannella. Vito Tarantolo, originario di Gibellina e residente a Erice, nel 2004 ha patteggiato 1 anno e 6 mesi di reclusione per favoreggiamento personale continuato. Sullo sfondo delle accuse vi sarebbero il vertice mafioso della provincia trapanese e Matteo Messina Denaro, ricercato dal 1993. Dunque, nel mirino del sequestro vi sono 82 beni immobili, 33 tra automobili, furgoni e mezzi meccanici, 3 societa', 18 quote societarie e 37 conto correnti e rapporti bancari.